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di Simona Zannoni C’è stato un tempo, più rimosso e dimenticato che particolarmente lontano, in cui le nostre vite poggiavano su un sentire differente, molto differente. Molti sanno che da qualche mese il tema della sessualità è divenuto per me punto di partenza e focus per un’elaborazione ed un’integrazione personale molto preziose, oltre ad essere un’occasione professionale che svolgo con entusiasmo e gratitudine. “Il piacere è sacro” non è solo il titolo di questo articolo, ma è prima di tutto il titolo di un libro di Riane Eisler: un libro intenso, coraggioso e pieno di speranza. Un libro che adoro. Mi sono ispirata alle sue parole per approfondire la tematica del piacere e della femminilità, nell’ambito del mio progetto dal titolo “Sento Riconosco Contatto”. Il lavoro di Eisler, insieme a quello di decine di studiose e accademiche che, a partire di Gimbutas, ha fornito prove e documenti su cui non è più possibile reagire snobbando o facendo “spallucce”. Studiando questi testi si respira e assapora una freschezza piena di nostalgia, un senso ritrovato, quel tipo di rassicurazione viscerale che tocca corde e ricordi profondi; e tutto questo sentire si può ritrovare non solo in cuori-menti-inconsci femminili, ma altrettanto in quelli maschili; il maschile e il femminile sono due universi forse paralleli, ma insieme da sempre, sopraffatti e depredati dello stesso identico tesoro, sebbene in modo differente. A quale tesoro mi sto riferendo? Mi riferisco al tesoro su cui un tempo poggiavano i nostri piedi, le nostre viscere e il nostro sentire, un tempo volutamente espulso e rigettato, ma ancora vivo e ora riattivato, in molti di noi. Mi riferisco ad un tempo fatto di celebrazione e ritualità, un tempo nutrito ogni giorno dalla sacralità del Cielo e della Terra, del Sole, della Luna e delle Stelle, di Piante, Animali, Montagne e Pietre. Un tempo in cui la ciclicità della natura trovava espressione nel Corpo e soprattutto nel Corpo Femminile. Prima che arrivassero la spada, la separazione, l’invenzione del dio maschio, la sopraffazione e la violenza.. prima.. le nostre vite poggiavano sulla collaborazione generante, sull’amore senza possesso e contratti, sulla celebrazione continua e costante della sacralità del corpo, del piacere e della fusione sessuale. Qualcosa poi è cambiato. Qualcosa ha portato l’idea del peccato e dell’impurità, la sopraffazione del maschio sulla femmina, l’idea del dominio e del possesso, il dolore e la separazione, dentro e fuori di noi. La Dea è stata sepolta e forse qualcuno ha creduto davvero che la perdessimo nelle fiamme, che la dimenticassimo e che andassimo oltre la nostalgia di quel sentire fatto di armonia, cura, complicità e collaborazione. ..mentre a noi è sufficiente socchiudere gli occhi per riportare in vita e sentire la ri-narrazione della storia, in profondità. Come scrive la Eisler: “Più e più volte ritornai a quel profondo desiderio umano di connessioni, di legami forgiati dall'amore e dalla fiducia, mediante la sessualità e la spiritualità. (…) Gradualmente cominciai a comprendere che questo nesso tra sessualità e spiritualità, non era accidentale, ma ha in realtà radici antichissime”. E’ possibile guarire ferite profonde e lontane portando alla consapevolezza tutto questo, a maggior ragione se e quando avvertissimo in noi germi di separazione e di dolore che si esprimono mediante e grazie al nostro corpo, mediante, soprattutto, le parti del nostro corpo deputate al piacere, alla comunicazione sessuale e alla potenza sacra ed estremamente vitale del sesso. Si, perché il piacere è insito nel nostro corpo. Da subito godiamo del contatto con la pelle di chi ci ama e ci protegge, amiamo attraverso gli odori e accogliamo la vita succhiando l’essenza di nostra madre; da subito godiamo dei suoni che ci risvegliano dai silenzi tenui dell’acqua e godiamo della luce del sole e dei sorrisi intorno a noi. Molto presto incontriamo il piacere intensissimo e potente dei nostri genitali, e quel piacere è accessibile e meraviglioso come il contatto della pelle, come gli odori, i suoni e i sapori di chi amiamo, come la luce del sole. Il piacere è dono immenso e disponibile, da sempre, da subito. il piacere è bellezza, sacralità, leggerezza, gioia e potere creativo, da sempre, da subito. Prima riconosceremo i condizionamenti e tutti gli inutili filtri che ci separano dal nostro piacere, prima torneremo a godere, gioire e vivere in pienezza. ..e non solo in ambito strettamente sessuale. Lasciare che l’energia sessuale e il piacere scorrano fluidi nella nostra vita, significa trovare risorse e vitalità inimmaginabili e insondabili, energie preziose per creare ogni giorno l’opera d’arte del nostro vivere. Lasciare che l’incontro sessuale, amoroso, profondissimo e creativo si esprima con gioia e profondità, significa generare in noi vitalità e pienezza. Senza mai dimenticare un solo istante che è esistito un tempo in cui un qualunque re, per essere riconosciuto tale dal suo popolo, doveva unirsi nell’amore sacro e sessuale alla regina che lo avrebbe fatto rinascere come potente sovrano. Ma noi non dimentichiamo. Ricordiamo e torniamo a narrare una storia differente e ancora possibile.
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L'autriceBenvenuto e Benvenuta Archivi
Novembre 2018
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